Una insolita versione della dea Atena, più spesso conosciuta attraverso la sua immagine classica, armata di tutto punto nella sua veste “primordiale” micenea.
Dalla decifrazione delle tavolette in Lineare B sappiamo che a-ta-na po-ti-ni-ja, iscrizione ritrovata negli archivi di Creta, era il nome di una divinità femminile del pantheon miceneo. Sembra quindi plausibile identificare la divina Atena con l’atana potinija micenea. Dove l’epiteto potinija starebbe a significare Atena “la signora” (dal greco πότνια).
Sembrano risalire all’età micenea alcuni suoi attributi quali il serpente e la trasformazione in uccello (la civetta, γλαῦξ, accostata all’epiteto glaucopide, “dall’aspetto o dagli occhi di civetta”). Il serpente invece potrebbe connetterla alla dea cretese dei serpenti, divinità domestica cui è affidata la protezione della casa, quindi protettrice delle arti del filare e del tessere.
Potrebbe essere ravvisata una sua rappresentazione in un affresco dall’area di culto di Micene (Cult Centre). Nel frammentario affresco dal XIII secolo (vedi accanto il particolare) si può notare probabilmente una figura femminile che indossa un elmo a zanne di cinghiale (oggetto prettamente maschile). Forse l’intenzione del pittore era proprio quella di mostrare il carattere guerriero di cui la divinità è permeata.
La dea è solitamente armata con la lancia (associata ad Atena Pallade “lanciatrice d’asta”, da πάλλω “scagliare”) e l’egida (una corta corazza con le frange oppure uno scudo magico). In alcune versioni al centro dello scudo Atena aveva fissato la testa della Gorgone (γοργόνειον), l’orribile capo della Medusa uccisa da Perseo su sua richiesta. Perciò, Atena è soprannominata la “dea che ha ucciso la Gorgone” (Γοργοϕόνος) o “colei che ha lo sguardo della Gorgone” (Γοργῶπις).